Immigrazione: sì del Senato a denuncia sanitaria degli irregolari, sconcerto di Msf

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Medici Senza Frontiere esprime "profonda preoccupazione e allarme" per l'approvazione avvenuta oggi da parte del Senato dell'emendamento proposto dalla Lega Nord che elimina il divieto di denuncia da parte dei medici degli immigrati clandestini. "Siamo sconcertati per la scelta del Senato di avere consapevolmente ignorato il grido di allarme lanciato dagli ordini professionali di medici, infermieri e ostetriche e da centinaia di associazioni e rappresentanti della società civile" - dichiara Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia. Con numerose altre associazioni, Msf nei giorni scorsi aveva lanciato l'appello "Divieto di segnalazione: siamo medici e infermieri, non spie", e promosso una fiaccolata davanti a Montecitorio per chiedere di abrogare l'emendamento.

Il presidente del Senato, Renato Schifani, - per prevenire che si ripetesse quanto avvenuto ieri quando il Governo è stato battuto per tre volte nell'Aula del Senato con voto segreto proprio sul ddl sicurezza - rispondendo alle critiche dell'opposizione ha così motivato il suo no alla richiesta di voto segreto: se la norma "violasse o impedisse la possibilità di accedere al servizio sanitario nazionale, allora sarebbe un mancato rispetto della persona umana, ma questa norma non impedisce allo straniero di presentarsi presso le strutture del sistema sanitario nazionale".

L’ambiguità conseguente all'abrogazione della legislazione vigente - che prevede che "l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano" e il concreto rischio di segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria - spiega Medici Senza Frontiere - "creerà nell’immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche, una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l’accesso alle strutture sanitarie". "Tutto ciò - sottolinea Msf - potrebbe provocare una pericolosa 'marginalizzazione sanitaria' di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio

"Si rischia una clandestinità sanitaria con ripercussioni pesanti sulla salute collettiva" - ha commentato Salvatore Geraci, presidente della Società italiana di medicina delle migrazioni (Simm). "È un emendamento inutile, dannoso e pericoloso. Inutile perché non raggiunge i suoi obiettivi: non farà diminuire il numero di irregolari presenti sul territorio ma renderà ancora più complessa la loro situazione. Creerà, inoltre, dei percorsi paralleli al Ssn con maggiori rischi per la sicurezza, oltre che costi per la sanità pubblica, perché queste persone raggiungeranno gli ospedali solo quando le loro condizioni di salute saranno degenerate".

"Un gravissimo passo indietro sul piano dell'integrazione e della stessa sicurezza" - commentano le Acli che auspicano "l'attivazione dell'obiezione di coscienza da parte di tutti gli operatori sanitari, per il rispetto che si deve a ogni vita umana". Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani contestano anche l'approvazione dell'emendamento che impone una tassa ulteriore per il rilascio del permesso di soggiorno tra i 50 e i 200 Euro, e quello che stabilisce la nascita di un Registro dei clochard, "cioè della loro schedatura". "L'incapacità di gestire la questione sicurezza sembra riversarsi con rabbia contro i più poveri" - commenta il presidente Olivero.

Il testo approvato dal Senato oltre a dare la possibilità ai medici di denunciare i clandestini che si rivolgono per cure alle strutture sanitarie pubbliche, prevede inoltre il carcere fino a quattro anni per i clandestini che rimangono sul territorio nazionale nonostante l'espulsione e fissa da 80 a 200 euro la tassa per il permesso di soggiorno. Aspetti, questi ultimi, sui quali nei giorni scorsi erano intervenute diverse associazioni cattoliche che hanno fortemente criticato il cosidetto "pacchetto sicurezza" (il ddl. n.773). Si tratta di norme che "offendono la dignità umana", sollevano "indignazione morale", costano molto e non garantiranno il raggiungimento degli obiettivi per le quali sono state pensate - hanno commentato Comunità di Sant’Egidio, Acli, Centro Astalli e Comunità Papa Giovanni XXIII, che con una conferenza stampa tenuta lunedì scorso hanno chiesto al Governo e al Parlamento di "riflettere attentamente sulle misure da assumere e sul clima generale che si sta creando in Italia verso le persone straniere, considerati sempre più come 'cittadini di seconda categoria'".

Non sono passate invece ieri al Senato le proposte governative che miravano a portare esterndere a 18 mesi - rispetto agli attuali 60 giorni - il periodo di trattenimento nei 'Centri di identificazione' degli immigrati irregolari portava. E' stata inoltre approvata la linea della minoranza sulle norme per il ricongiungimento familiare, con l'abrogazione della parte che prevedeva che il questore dovesse rilasciare il titolo di soggiorno per i familiari di uno straniero regolare soltanto se questi stessi familiari fossero regolarmente soggiornanti in Italia ininterrottamente da almeno cinque anni. Un terzo voto ha infine cancellato la possibilità di revocare il permesso di soggiorno anche se si commette un reato per quanto riguarda i diritti d'autore.

Il pacchetto sicurezza passa ora all'esame della Camera e le associazioni chiedono di continuare a sottoscrivere l'appello per abrogare le norme approvate al Senato e quelle bocciare ma che il Governo vorrebbe reintrodurre alla Camera. [GB]

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